Vaccino trivalente: cos’è? E’ pericoloso? Benefici e rischi
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Cos’è il vaccino trivalente? E quali sono i benefici e gli eventuali rischi associati al suo impiego? Cerchiamo di fare chiarezza sulla questione!
Cos'è il vaccino trivalente?
Il vaccino trivalente o MPR è un farmaco utilizzato nella prevenzione di morbillo, parotite e rosolia, non solo nei bambini, ma anche in adulti e adolescenti.
Il medicinale è disponibile, sottoforma di polvere e solvente per preparazioni iniettabili, con il nome commerciale di Priorix®, prodotto dalla GlaxoSmithKline.
Cosa comprende?
La polvere liofilizzata, di colore bianco o leggermente rosato, contiene i virus attenuati e gli eccipienti (aminoacidi, sali, lattosio, polialcoli e neomicina solfato).
I virus attenuati sono dei ceppi mutanti che hanno perso la capacità di scatenare la malattia, pur essendo in grado di stimolare le difese immunitarie dell’ospite.
In particolare, il vaccino MPR comprende:
- il ceppo Schwarz (virus del morbillo attenuato), con una concentrazione non inferiore a 103 CCID50 (la dose infettante il 50% delle colture cellulari);
- il ceppo RIT 4385 (virus della parotite attenuato), con una concentrazione non inferiore a 103,7 CCID50;
- il ceppo Wistar RA 27/3 (virus della rosolia attenuato), con una concentrazione non inferiore a 103 CCID50.
Il solvente, invece, è acqua per preparazioni iniettabili.
La singola dose è costituita da 0,5ml di vaccino, da iniettare sottocute o intramuscolo.
Dopo la ricostituzione, ovvero l’unione del solvente al liofilizzato, il vaccino dovrebbe essere iniettato immediatamente oppure conservato in frigo (2°C - 8°C) e utilizzato entro otto ore.
Quando si fa?
Lavaccinazione primaria è prevista tra il 12° e il 15° mese di vita; Dal momento che, nei bambini così piccoli, la risposta al vaccino potrebbe essere insufficiente (a causa degli anticorpi materni circolanti), in caso di epidemia o altre particolari situazioni, occorre somministrarne una seconda dose, preferibilmente a tre mesi di distanza dalla prima.
La vaccinazione di richiamo, invece, viene effettuata a 5-6 anni o, eventualmente, a 11-12 anni.
Vaccinazione MPR in Italia: come funziona? Diamo uno sguardo alla normativa.
Benché il vaccino trivalente non sia obbligatorio, il Piano Sanitario Nazionale - in accordo con le raccomandazioni dell’OMS - ha predisposto un programma vaccinale con l’obiettivo di raggiungere, entro i due anni d’età, una copertura vaccinale del 95%, dove per copertura vaccinale s’intende la proporzione dei soggetti vaccinati rispetto a quelli non vaccinati.
Secondo un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, la copertura vaccinale per il morbillo, nei primi due anni, è mediamente inferiore al 60%. Dati molto preoccupanti, dunque, se si pensa alle gravi conseguenze che l’infezione potrebbe avere nei più piccoli e non solo!
Il bambino viene invitato a presentarsi, attraverso una lettera recapitata al suo indirizzo, all’ASL di appartenenza. Al termine della seduta, gratuita in base all’Art.1 della L. n° 724 del 23/12/1994, il medico rilascerà un certificato attestante l’avvenuta vaccinazione MPR.
Qualora si abbia una copertura vaccinale inferiore all’80%, come nel nostro paese, le linee guida prevedono che si cerchi di ridurre la quota dei soggetti suscettibili, ovvero quelli che non hanno ancora ricevuto la prima dose di vaccino.
Ciò avviene attraverso:
- campagne speciali, durante le quali il personale sanitario somministra solo il vaccino trivalente;
- occasioni di contatto con pazienti di 2-18 anni, durante le quali si esamina la situazione vaccinale degli stessi. I pazienti sprovvisti di certificato o non aventi mai contratto morbillo, parotite o rosolia, devono essere vaccinati.
Abbiamo detto, in precedenza, che il vaccino trivalente non è obbligatorio, ma rientra tra quelli raccomandati. E allora perché vaccinarsi contro questi virus?
Perché effettuarlo? Benefici del vaccino contro rosolia morbillo e parotite.
Come abbiamo anticipato, il vaccino trivalente rappresenta uno strumento fondamentale per la protezione da morbillo, parotite e rosolia, le cui infezioni possono avere effetti importanti sulla salute.
Secondo gli studi epidemiologici, infatti, in assenza di vaccinazione possono insorgere varie complicanze.
Al di sotto dei quindici anni, la gran parte dei bambini si ammala di morbillo e va incontro a svariate complicanze. Queste comprendono:
- otite media, broncopolmonite e diarrea (frequenti);
- encefalite e morte, in un caso su mille.
Approfondisci le possibili complicanze del morbillo.
Per quanto riguarda la rosolia, l’80% degli adulti tra 20 e 24 anni contrae l’infezione, con gravi conseguenze qualora siano colpite le donne in gravidanza. La rosolia congenita, ossia l’infezione trasmessa all’embrione/feto, può provocare infatti:
- aborto;
- morte del neonato;
- malformazioni fetali a carico del sistema uditivo, visivo, cardiocircolatorio e nervoso, oltre che ritardo della crescita intrauterina o postnatale;
Puoi approfondire i rischi della rosolia in gravidanza.
Oltreil 90% della azione contrae la parotite prima dell’età adulta, con un rischio pari al 4-6% di sviluppare meningite asettica.
(Circolare n° 12 del Ministero della Salute del 13/07/1999).
Attraverso l’uso del vaccino trivalente, quindi, si riduce:
- il rischio di contrarre l’infezione e l’insorgenza di eventuali complicanze;
- la circolazione di questi virus nella comunità, per cui vengono protette anche le persone che non possono vaccinarsi col trivalente (bambini al di sotto dei nove mesi, donne in gravidanza e persone gravemente immunocompromesse);
- la gravità dei sintomi qualora ci si ammali nonostante la vaccinazione.
Inoltre, l’uso dei ceppi attenuati (ancora in grado di replicarsi) fa si che:
- il trivalente attivi sia l’immunità umorale (produzione di anticorpi), sia quella cellulare (attivazione dei linfociti T e delle cellule natural-killer);
- siano richieste poche dosi, più precisamente due, per conseguire una buona risposta immunitaria;
- la protezione sia di lunga durata.
Questo vaccino è pericoloso?
Abbiamo visto cos’è, a cosa serve e quando effettuarlo: ma il vaccino trivalente è sicuro? Esistono dei rischi associati al suo impiego?
In particolare, le reazioni avverse riscontrate possono essere dovute:
- alla modalità di somministrazione (arrossamento, dolore e gonfiore nel sito d’iniezione),
- al manifestarsi dei sintomi della malattia (seppur in forma lieve e con una frequenza inferiore, rispetto a quella naturale)
- alla presenza di particolari predisposizioni (allergie ai componenti), e possono essere classificate in: molto comuni, comuni, non comuni e rare, in base alla frequenza di comparsa.
Reazioni molto comuni, con una frequenza non inferiore a un caso su dieci:
- arrossamento nel sito d’iniezione;
- febbre (non inferiore a 37,5°C), della durata di due giorni, che compare dopo una o due settimane dalla somministrazione.
Reazioni comuni, con una frequenza inferiore a un caso su dieci ma superiore a un caso su cento:
- arrossamento, dolore e gonfiore nel sito d’inoculazione;
- febbre (superiore a 39°C);
- infezioni delle vie aeree superiori;
- eruzioni cutanee.
Reazioni non comuni, con una frequenza inferiore a un caso su cento ma superiore a un caso su mille:
- linfoadenopatia, ovvero l’ingrossamento dei linfonodi;
- congiuntivite, l’infiammazione della membrana che riveste il bulbo oculare e la palpebra interna;
- tosse e bronchite;
- parotite, cioè l’ingrossamento delle ghiandole salivari parotidi;
- vomito e diarrea;
- sintomi nervosi, quali nervosismo, insonnia e pianto;
- anoressia (calo della fame e del peso);
- otite media, l’infiammazione a carico dell’orecchio medio.
Reazioni rare, con una frequenza inferiore a un caso su mille ma superiore a un caso su diecimila:
- reazioni allergiche, eventualmente dovute alla neomicina solfato (un antibiotico);
- convulsioni febbrili (un caso su tremila).
Quelli che abbiamo appena elencato, sono gli effetti collaterali emersi dagli studi clinici precedenti l’immissione in commercio.
Oltre a questi, ne sono stati segnalati degli altri in seguito alla distribuzione del farmaco:
- trombocitopenia, ovvero una conta di piastrine circolanti inferiore a 150.000/mm3, con una frequenza di 1/30.000 - 1/1.000.000. La condizione compare dopo due o quattro settimane ma si risolve nel giro di due mesi;
- porpora trombocitopenica, una malattia rara caratterizzata da anemia emolitica, trombocitopenia e sintomi neurologici, con una frequenza comunque inferiore rispetto a quella conseguente alla malattia naturale;
- patologie del sistema nervoso, quali meningite ed encefalite (l’infiammazione, rispettivamente, delle meningi e dell’encefalo). In particolare, l’encefalite compare dopo 6-15 giorni dal vaccino, con una frequenza di 1/10.000.000 (versus 1/1000 - 1/2000 del morbillo naturale e 1/6000 della rosolia naturale);
- patologie articolari, quali artrite e artralgia (rispettivamente, infiammazione e dolore delle articolazioni), entro tre settimane dall’inoculazione, soprattutto in giovani donne, bambini e adolescenti.
Nonostante le reazioni avverse appena discusse, molte delle quali poco frequenti, il vaccino trivalente rappresenta un farmaco molto sicuro e i rischi ad esso associati sono di entità nettamente inferiore rispetto a quelli che si avrebbero in assenza di vaccinazione!
Controindicazioni.
Ma il vaccino trivalente può essere utilizzato da chiunque?Assolutamente no!
Vediamo, quindi, le principali controindicazioni:
- donne in gravidanza, poiché mancano studi che ne attestino la sicurezza in questo periodo. Si consiglia, inoltre, di non programmare una gravidanza nei tre mesi successivi alla vaccinazione;
- Bambini di età inferiore ai nove mesi, in quanto mancano studi che attestino l’efficacia e la sicurezza del farmaco in questa fascia d’età;
- Nei pazienti che, a seguito della somministrazione della prima dose, hanno subito uno shock anafilattico (una reazione allergica potenzialmente mortale) è assolutamente controindicata la somministrazione della seconda dose;
- Allergie note agli eccipienti (neomicina solfato);
- Grave compromissione del sistema immunitario (tumori, agammaglobulinemia e AIDS conclamata);
Il vaccino MPR può essere, comunque, utilizzato:
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- Terapia con immunoglobuline, negli undici mesi precedenti la vaccinazione, in quanto potrebbero compromettere la risposta al vaccino;
- Terapia sistemica con corticosteroidi, della durata superiore a due settimane o con dosaggio superiore a 20 mg/die o 2 mg/kg, poiché tali farmaci riducono le difese immunitarie;
- Terapia antitumorale, sia con le radiazioni (terapia radiante o radioterapia), sia con i farmaci (terapia antiblastica), per i possibili effetti sul sistema immunitario;
- Trapianto di midollo o d’organo;
- Storia clinica di trombocitopenia o porpora trombocitopenica nei bambini, in quanto aumenta il rischio che si ripresentino in seguito alla vaccinazione.
Ricordiamo che la gravidanza, il trapianto e la terapia con immunoglobuline, corticosteroidi o antitumorali, costituiscono controindicazioni temporanee.
False credenze.
Sono, invece, da considerare false le seguenti controindicazioni:
- allergia alle proteine dell’uovo,
- contemporanea esecuzione del test tubercolinico e positività cutanea alla tubercolina,
- donne in età fertile,
- allattamento,
- aver contratto morbillo, parotite e rosolia,
- dermatite di contatto provocata dalla neomicina.
Vaccino trivalente e autismo:quando una frode scientifica può arrecare gravi danni alla società.
Alla fine degli anni ‘90, il vaccino trivalente è stato oggetto di accese discussioni a causa degli studi condotti da un medico inglese, Andrew Wakefield, nei quali s’ipotizzava l’associazione tra questo vaccino e l’autismo (un disturbo dello sviluppo nervoso).
Secondo quanto sostenuto da Wakefield, il vaccino trivalente induce un danno alla mucosa intestinale, con conseguente rilascio di peptidi ad azione neurotossica che, giunti nel cervello, provocano appunto l’autismo. Nessun altro gruppo di ricerca, tuttavia, è riuscito ad ottenere risultati simili, anzi: una ventina di studi, tra i quali annoveriamo quelli di Taylor et al. (1999) e Fombonne et al (2001), hanno confutato le sue ipotesi, dimostrando che non vi è alcuna correlazione tra autismo e vaccino trivalente.
Successivamente, si è scoperto che Wakefield aveva accettato un’ingente somma di denaro, da parte di un avvocato che voleva intentare una causa verso le società dei vaccini, per falsificare i risultati, e che egli stesso aveva brevettato dei vaccini monovalenti, da utilizzare in sostituzione di quello “pericoloso”. Inutile dire che Wakefield fu radiato dall’albo, nel 2010, e le sue pubblicazioni rimosse dalla rivista che le aveva pubblicate.
Le informazioni riportate non sostituiscono in alcun modo il rapporto medico-paziente; per qualsiasi dubbio, rivolgetevi al medico o altro specialista della salute.