Vermi intestinali: sintomi, cause di contagio e cure per i parassiti
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I vermi intestinali sono microrganismi che colonizzano l'intestino umano causando un danno al paziente. Ne esistono diverse tipologie, ed il contagio, avviene a causa di terreni o acque contaminate da materiale fecale, solitamente per l'ingestione di uova. Provocano manifestazioni sintomatiche intestinali, ma anche sintomi extra intestinali . Se la patologia non è trattata correttamente, può causare seri danni all'organismo. Quali sono le terapie?
Cosa sono i vermi intestinali?
I vermi intestinali, sono dei microrganismi detti “parassiti” in quanto traggono vantaggio dal vivere all'interno di un altro organismo (definito ospite), causando un danno a quest'ultimo. Il termine parassita deriva dal greco para = presso e sitos = cibo, quindi letteralmente "cibarsi presso".
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo ci sarebbero circa 3,5 miliardi di individui affetti da parassitosi intestinale e che di questi 450 milioni, sono bambini che presentano manifestazioni cliniche sintomatiche. Sono più frequenti in un’età compresa tra i 5 e i 14 anni a causa del non completo sviluppo del sistema immunitario, ma troviamo casi anche negli adulti che si trovano in particolari condizioni di vulnerabilità.
Tipologie di questi parassiti.
Le parassitosi intestinali, sono causate da diverse tipologie di vermi che possiamo suddividere in base al numero di cellule che compongono i microrganismi. Quindi abbiamo vermi:
- Unicellulari, composti cioè da un'unica cellula di piccole dimensioni. Presentano caratteristiche morfologiche e funzionali molto semplici e ad essi appartengono i protozoi. Quelli di maggiore interesse per l'uomo sono la Giardia (Giardia lamblia), le Amebe (come Entamoeba hystolica o Dientamoeba fragilis) e i Criptosporidi.
- Pluricellulari, composti da più cellule e di dimensioni più grandi. Hanno caratteristiche cellulari diverse, in termini di funzionalità e morfologia e ad essi appartengono i metazoi.
Una seconda suddivisione viene poi fatta per i metazoi in base alla zoologia sistematica, ed in questo caso abbiamo due classificazioni principali:
- Vermi piatti o platelminti, che si suddividono a loro volta in trematodi e cestodi, e a cui appartengono i generi Tenia(come Tenia saginata, che può divenire lunga fino a 10 m nell'intestino umano e Tenia solium, quest'ultima conosciuta anche come verme solitario), e Schistosoma.
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- Vermi cilindrici o nematodi, a cui appartengono Ancylostoma duodenale, Enterobius vermicularis (più conosciuti come ossiuri) e Ascaridi (come Ascaris lumbricoides, un verme che raggiunge dimensioni fino a 50 cm).
Come si prendono?
La modalità di trasmissione dei parassiti intestinali dipende dal tipo di verme. In linee generali possiamo avere due meccanismi di trasmissione:
- Ciclo diretto: il parassita produce delle uova le quali rimangono quiescenti (cioè a riposo) nel terreno per moltissimo tempo (anche anni). Le uova si schiudono soltanto se vengono ingerite accidentalmente dall'organismo ospite, all'interno il microrganismo cresce, si moltiplica e produce uova le quali vengono espulse tramite le feci. Gli ascaridi e gli anchilostomi sono esempi di parassiti intestinali a ciclo diretto.
- Ciclo indiretto: in questa modalità di trasmissione vi è un ospite intermedio tra il parassita e l'uomo. Il parassita vive all'interno degli intestini di un animale ospite in cui si moltiplica producendo uova che verranno poi espulse con le feci. Se le uova, come nel caso precedente, vengono portate alla bocca da un essere umano, si schiuderanno all'interno dell'intestino colonizzandolo e dando luogo alla parassitosi. Un esempio di parassita intestinale a ciclo indiretto è la tenia.
Il contagio dell'uomo avviene mediante l'ingestione delle uova che può essere causata da:
- Portare alle bocca le mani sporche di terra in zone in cui i terreni sono contaminati da acque fognarie.
- Ingestione di acque contaminate da materiale fecale.
- Ingestione di carni crude all'interno delle quali possono trovarsi le uova non ancora espulse dall'ospite intermedio (esempio la carne di maiale).
- La convivenza con animali domestici che fanno da ospite intermedio. Questa possibile modalità di contagio si ha soltanto se gli animali sono liberi di frequentare posti all'aperto come i parchi in cui potrebbero trovarsi feci contaminate.
Evitare i comportamenti sopra descritti rappresenta pertanto un'ottima misura di prevenzione per le parassitosi intestinali.
Incubazione.
Il periodo di incubazione è variabile in base alla tipologia di vermi presa in esame, per alcuni come le Amebe l'incubazione va da 1 a 3 settimane, per altri come gli Ascaridi il periodo che va dall'ingestione delle uova allo sviluppo delle larve può essere anche di 2 - 3 mesi. Vi sono dei casi particolari in cui si possono avere forme fulminanti, croniche o asintomatiche, ma sono comunque delle eccezioni.
Sintomi della presenza dei vermi nei bambini e negli adulti.
La maggior parte dei sintomi causati dai vermi intestinali, riguardano manifestazioni a livello del tratto gastrointestinale ma, in alcuni casi, possono esserci anche sintomi extra intestinali.
Tra i sintomi intestinali abbiamo:
- Alterazioni dell'alvo: si possono manifestare scariche di diarrea di intensità variabile (da lievi a intense) causate dall'alterazione della flora batterica intestinale, che si alternano a stipsi e forte costipazione, causate dall'ingombro fisico dato dal parassita. La diarrea può essere semplice, associata a muco o a sangue, quest'ultimo caso è ritenuto il più grave poiché provoca anemia nel soggetto.
- Prurito anale: tipica manifestazione degli ossiuri, il soggetto affetto, avverte un forte prurito a livello dell'ano, causato dal fatto che questi parassiti depongono le uova proprio intorno all'orifizio anale.
- Meteorismo: a causa del loro metabolismo, i parassiti intestinali provocano la formazione di gas a livello dell'addome. Si manifestano quindi fastidiosi fenomeni di meteorismo.
- Dolori addominali: a causa sia della presenza del verme che della sua tendenza a sviluppare gas, si possono avvertire forti dolori addominali simili a crampi.
E' bene sottolineare che talvolta le manifestazioni intestinali sono molto lievi, quasi asintomatiche, che portano il soggetto a trascurare i sintomi avvertiti causando un ritardo nella diagnosi.
Tra i sintomi extra intestinali possiamo invece citare:
- Febbre: a causa dei prodotti tossici rilasciati dai vermi intestinali e della loro stessa presenza (vengono avvertiti come estranei dall'organismo) si ha l'attivazione del sistema immunitario che si manifesta con episodi di febbre alta, con brividi, nausea e vomito.
- Alterazioni cutanee: alcuni parassiti possono provocare allergie cutanee con manifestazioni simili all'orticaria o eritematose, arrossamenti e prurito.
- Dolori articolari e muscolari: la tenia può facilmente migrare, attraverso il circolo sanguigno, alle articolazioni e ai muscoli provocando dolori simili ad artrosi o a contratture muscolari.
- Alterazioni neurologiche: i parassiti come la tenia, migrano oltre che a livello di muscoli e articolazioni, anche a livello del cervello. Non è però detto che provochi sintomi ma, se li provoca, si possono avere episodi di confusione mentale o uno stato di nervosismo perenne o insonnia.
- Problemi polmonari: i vermi come gli ascaridi provocano disturbi polmonari come tosse (talvolta con sangue) e versamento pleurico, poiché una volta cresciuti, tendono a uscire dall'intestino e spostarsi tramite circolo ematico ai capillari polmonari e da lì al polmone.
- Anemia: può essere causata dai parassiti che "bucano" la parete intestinale per spostarsi altrove provocando emorragie. È un sintomo molto serio poiché se l'emoglobina scende al di sotto di un valore soglia (di solito stabilito a 8) il soggetto necessita di immediata trasfusione di sangue per evitare serie conseguenze.
- Problemi epatici: gli schistosomi possono talvolta provocare ingrossamento del fegato e della milza e causare un aumento della pressione portale.
- Infezioni urinarie: gli schistosomi, possono spostarsi al tratto genito - urinario portando infezioni simili a cistiti con sintomi come bruciore alla minzione, sangue nelle urine e necessità di urinare frequentemente.
- Un sintomo raro ma molto pericoloso è la formazione di granulomi, cioè di ammassi di uova, larve e parassiti che formano una specie di tumore il quale può localizzarsi a livello dell'intestino, ostruendolo e portando a occlusione intestinale.
La diagnosi.
Per alcuni parassiti intestinali, come gli ossiuri, il primo livello di diagnosi, può essere fatta sulla base dei classici sintomi, come il prurito anale, cercando le larve o le uova nelle feci. In generale però è bene rivolgersi al proprio medico di base o ad un gastroenterologo i quali potranno consigliare degli esami specifici e stabilire la terapia. Le analisi che possono essere eseguite per la diagnosi sono:
- Scotch test: è un test che si esegue per verificare se il paziente è affetto o meno da ossiuri. Si tratta di applicare un pezzetto di scotch sull'orifizio anale del paziente, staccarlo e analizzarlo al microscopio per vedere se vi sono tracce di uova o larve.
- Esame delle feci: si tratta di prelevare un campione di feci il quale verrà poi successivamente analizzato in laboratorio al microscopio o sottoposto ad altri test. In questo modo potrà essere compreso sia se sono presenti parassiti sia la tipologia.
- Tecniche di imaging: radiografia dell'addome, ecografia addominale e tac addome, possono essere utili per visualizzare i vermi a livello dell'intestino ed un'eventuale rischio di occlusione intestinale. Tuttavia vengono utilizzate di rado e solo in caso di dubbi o sospetti diagnostici poichè da sole non sono in grado di fare diagnosi.
Come eliminare gli ossiuri?
Per il trattamento delle parassitosi intestinali, è possibile ricorrere a rimedi naturali, i cosiddetti rimedi della nonna, fitoterapici ed omeopatici. Tuttavia, tali rimedi, dovrebbero essere complementari alla terapia farmacologica antiparassitaria ed è comunque sempre consigliato rivolgersi al proprio medico.
I principali rimedi naturali.
Le terapie naturali per i vermi intestinali comprendono i "rimedi della nonna” che possiamo anche definire rimedi alimentari. Tra quelli più conosciuti abbiamo:
- Aglio e cipolla: grazie ai loro principi attivi, (l'allicina per l'aglio, l'isosolfocianato di allile, il trisolfuro di diallile della cipolla), hanno un'ottima azione antimicrobica ed antinfiammatoria. Si consiglia di consumarli crudi e quotidianamente, l'aglio in dosi da 2 - 3 spicchi al giorno, la cipolla secondo il proprio gusto.
- Limone: il limone contiene acido citrico ed è un potente disinfettante che, in caso di parassitosi intestinale, funge anche da vermifugo, permettendo l'eliminazione dei parassiti dall'intestino. Si consiglia di assumere almeno due volte al giorno un bicchiere d'acqua tiepida in cui viene spremuto mezzo limone.
- Semi di pompelmo: rappresentano un rimedio antimicrobico e vermifugo grazie al contenuto di naringina, pinene e limonene. Si prendono sottoforma di estratto di semi di pompelmo con una posologia variabile in base ai casi.
- Chiodi di garofano: contengono acido oleanico ed eugenolo, quest'ultimo dalle note proprietà analgesiche. Possono quindi essere utili per il trattamento della sintomatologia dolorosa ma hanno anche proprietà antimicrobiche e pertanto possono aiutare ad eliminare i parassiti. Assunti sottoforma di olio essenziale (in questo caso chiedere la posologia al proprio medico) o di infuso ponendo un paio di chiodi di garofano in acqua bollente per un quarto d'ora circa.
Un aiuto per il trattamento dei vermi intestinali viene dalla piante fitoterapiche come:
- Origano: ha proprietà vermifughe, antinfiammatorie e analgesiche grazie ai fenoli, i suoi principi attivi, come il timolo e il carvacloro. Sottoforma di olio essenziale, potrebbe risultare tossico è bene rivolgersi al medico per conoscere la posologia adatta. Si trova già pronto in commercio anche in capsule (si consiglia l'assunzione di una capsula una volta al giorno).
- Assenzio: contiene tujone e absintina come principi attivi ed ha riconosciute proprietà vermifughe e disinfettanti. Si può assumere come di tisana o decotto, o sottoforma di tintura madre. Essendo i principi attivi dell'assenzio molto forti, si consiglia di rivolgersi al proprio medico per stabilire la posologia e le modalità di assunzione.
- Noce nera: il mallo di noce nera, contiene principi attivi come tannini e juglone che gli conferiscono azione antinfiammatoria e disinfettante e pertanto può essere utile per trattare i sintomi causati dai vermi intestinali. Si assume solitamente come integratore, con una posologia indicata sulla confezione.
- Genziana: contiene principi attivi amari come genziopicrina, genziamarina, alcaloide genzianina e genziobiosio che le conferiscono attività antinfiammatoria ed una buona efficacia contro i parassiti intestinali. L’assunzione come tintura madre, prevede 25 gocce due volte al giorno.
- Fumaria: contiene alcaloidi come la fumarina, acidi organici come l'acido caffeico e flavonoidi e come la rutina e sembra sia particolarmente utile contro le disbiosi intestinali, comprese quelle causate da vermi. Assunta come tintura madre, 25 gocce tre volte al giorno.
- Allium sativum: è la tintura madre derivata dall'aglio e contenente allicina e pertanto ha un'azione antivermifuga come quella dell'aglio crudo. Si consiglia 20 gocce tre volte al giorno.
Anche l'omeopatia può essere d'aiuto per curare le parassitosi intestinali mediante l'assunzione di:
- Cina: va assunto ad una concentrazione di 5, 7, 9 o 200 CH in base ai casi e con una posologia variabile da 3 a 5 granuli due volte al giorno.
- Oxiurius vermicularis: questo rimedio era particolarmente indicato per i vermi intestinali ad una concentrazione di 200 CH e con una posologia variabile in base ai casi. Tuttavia sembra che attualmente il rimedio non sia più in commercio.
Terapia farmacologica.
Il trattamento farmacologico, prevede l'impiego di farmaci antibiotici o antiparassitari diversi in base al tipo di parassitosi.
I farmaci più utilizzati sono:
- Metronidazolo: è un antibiotico che si utilizza come farmaco di scelta in caso di parassitosi da ameba o giardia. La posologia varia in base alla tipologia trattata ed all'età dei soggetti.
- Tinidazolo: è un antimicrobico di seconda scelta per il trattamento delle parassitosi intestinali causate da ameba e va assunto per circa 3 giorni con una dose di 500 mg.
- Paromocina: è un antibiotico che si associa al tinidazolo nel trattamento delle parassitosi causate da amebe e da criptosporidi. In particolare, questo farmaco, va iniziato subito dopo aver terminato il tinidazolo, con una posologia di 500 mg e un durata della terapia di circa 10 giorni.
- Pirantel pamoato: è un farmaco antiparassitario e nello specifico antielmintico, che viene utilizzato per il trattamento da vermi in generale. La terapia si esegue solitamente per via orale assumendo un'unica dose (posologia variabile in base ai casi) e ripetendo poi la somministrazione dopo circa 15 giorni.
- Albendazolo: è un antiparassitario che può essere utilizzato per tutti i vermi intestinali ma che sembra particolarmente efficace contro gli ossiuri e la tenia. Si assume una singola dose da 400 mg (in compresse) e la terapia si ripete dopo circa 15 giorni.
- Mebendazolo: è un antielmintico efficace per tutti i vermi e particolarmente utile per i bambini in quanto esiste sottoforma di sciroppo (conosciuto con il nome commerciale di Vermox) e pertanto risulta di facile somministrazione. Se ne assumono circa 5 ml in un'unica dose, da ripetere eventualmente dopo 2 - 4 settimane.
Come prevenire il contagio?
Per ridurre il rischio di contrarre un’infezione di vermi intestinali è possibile seguire alcuni accorgimenti:
- igienizzazione costante delle mani dopo essere andati in bagno con acqua calda e sapone, e sempre prima dei pasti,
- togliere sistematicamente le scarpe quando si entra in casa,
- sciacquare con molta cura frutta e verdura che si intende consumare cruda;
- cuocere adeguatamente la carne,
- lavare indumenti e asciugamani in lavatrice a 60°,
- curare l'igiene intima,
- non portare le mani alla bocca.