Calvizie femminile: cause e rimedi per la caduta dei capelli nella donna
La calvizia femminile è molto diffusa, scopriamo le cause della patologia ed i possibili rimedi naturali, farmacologici e chirurgici per fermare la caduta dei capelli nella donna.
Cosa è la calvizie femminile?
La calvizie o con termine specialistico alopecia, è la perdita, localizzata in alcuni punti del cuoio capelluto o diffusa, dei capelli in questo caso nella donna.
Sebbene la calvizie femminile sia meno frequente di quella maschile, è comunque abbastanza diffusa basti pensare che solo nel nostro paese più del 25% della popolazione femminile, per un totale complessivo di circa 4 milioni di donne è interessata in maniera più o meno consistente da problemi di calvizie. Inoltre generalmente ha per le donne effetti di gran lunga più devastanti che per gli uomini. Infatti è una malattia, perché spesso di malattia si tratta, che non comporta pericoli per la vita di colei che ne soffre, ma che ha, come si può facilmente immaginare, dei pesantissimi risvolti di carattere psicologico.
Come si manifesta?
A differenza di quella maschile, l’alopecia androgenetica femminile, o anche calvizie, inizia con una trasformazione dei capelli che, nella zona centrale del cranio, da lunghi, spessi e pigmentati divengono corti, sottili e scoloriti, in altre parole il capello si miniaturizza diventando simile ad una peluria. Dopo questa trasformazione iniziano a cadere senza essere sostituiti e quindi a diradarsi. Va detto che anche nei casi più severi difficilmente le donne divengono completamente calve come invece può accadere con una certa facilità per gli uomini. Inoltre il diradamento inizia molto più tardi intorno ai quaranta anni contro i 18-20 anni degli uomini.
La perdita dei capelli può avere una durata limitata nel tempo o essere permanente.
La calvizie temporanea richiede una corretta diagnosi ed una cura adeguata altrimenti si corre il rischio che si trasformi in una calvizie di lunga durata se non addirittura permanente. Fortunatamente in moltissime occasioni la perdita dei capelli della dona è uno stato assolutamente transitorio conseguente ad una momentanea debolezza del fisico per un evento particolarmente stressante come può essere il parto ed il successivo allattamento o l’assunzione di alcuni principi farmacologici come i chemioterapici.
Classificazione della calvizie femminile.
Il metodo più usato per classificare la calvizie femminile è quello elaborato da Ludwig. Secondo detta scala esistono 3 distinti gradi di calvizie femminili da I a III in ordine di severità. Il passaggio tra un grado e l’altro è fatto in funzione della densità dei capelli e precisamente:
- Primo tipo.I capelli iniziano a diradarsi nella corona alla sommità del capo due o tre centimetri da una linea frontale che di norma rimane intatta, contrariamente agli uomini in cui incominciano a diradarsi a partire da fronte e tempie.
- Secondo tipo. Il diradamento dei capelli nella corona descritta diviene più accentuato ma l’area non rimane completamente scoperta.
- Terzo tipo. Corona completamente o quasi scoperta con persistenza di capelli lungo la linea frontale.
Esiste anche una ulteriore classificazione della calvizie femminile dovuta a Savin e nota appunto come scala di Savin che è praticamente simile a quella di Ludwig ma in più associa a ciascun grado anche l’ulteriore dato dell’assottigliamento del capello.
Cause della perdita dei capelli nelle donne.
L’eziologia della calvizie femminile è molto varia. Infatti la perdita di capelli delle donne può essere una malattia a se stante, il segno di un di una diversa patologia sottostante o più semplicemente un evento transitorio provocato da un evento particolarmente stressante per il corpo femminile o ancora l’assunzione di determinati farmaci.
Nel seguito elenchiamo le patologie più comuni che sono causa della caduta dei capelli delle donne.
- Telogen effluvium. Non è una vera e propria malattia. E’ invece una condizione per cui si ha una intensa caduta di capelli (valutabile dopo un lavaggio con più di 100 unità) che però non lascia aree glabre nel cuoio capelluto. E’ causato generalmente da un evento di particolare stress per il corpo come può essere: mal nutrizione, gravidanza e successivo allattamento, intervento chirurgico importante, perdita massiccia di peso corporeo, effetto indesiderato di alcune terapie come con: beta bloccanti, anti depressivi, anti infiammatori non steroidei. Il telogen si presenta di norma ad una distanza temporale di 1/3 dall’evento scatenante.
- Alopecia androgenetica femminile. E’ la causa più comune di calvizie femminile. E’ una malattia dei bulbi piliferi causata da fattori genetici che li rendono particolarmente sensibili agli androgeni (ormoni maschili) che, anche se in piccole quantità, sono presenti nel corpo femminile. Questi li compromettono miniaturizzandoli la qual cosa determina la perdita di capelli. Il gene che rende i follicoli piliferi dei capelli sensibili all’azione del Diidrotestosterone (DHT) può essere ereditato da uno solo dei due genitori o da entrambi. Il DHT deriva da testosterone che l’ormone maschile per eccellenza per l’azione dell’enzima. La malattia è scatenata da qualunque condizione che determini uno scompenso ormonale come può essere: uso di contraccettivi orali, cisti ovariche o più semplicemente: gravidanza o menopausa.
- Anagen effluvium. E’ la perdita patologica di capelli nella fase della crescita per effetto di un danneggiamento dell’attività metabolica del loro bulbo pilifero. E’ comunemente causata da particolari terapie per la cura del cancro come la radio terapia alla testa o la chemioterapia.
- Ipo-ipertiroidismo. Bassi livelli ematici di ormoni tiroide così come livelli elevati possono presentare come segni del quadro clinico che configurano perdita di capelli e calvizie nella.
- Lupus eritematoso sistemico (LES). Malattia del sistema immunitario che erroneamente attacca vari organi e tessuti. Possono in alcuni casi essere interessati i follicoli piliferi dei capelli e la cute del cuoio capelluto. Possono perciò aversi perdita più o meno severe di capelli accompagnate o meno da rash cutanei localizzati nell’area dello scalpo.
- Anemia da carenza di ferro. Ricordiamo che si parla di anemia quando i livelli ematici di emoglobina Hb sono inferiori ai 12 grammi per decilitro di sangue. Dove l’emoglobina che è il maggior componente dei globuli rossi è un complesso organico del ferro in grado di legare ossigeno. Essa è perciò il veicolo che consente la respirazione e quindi l’approvvigionamento energetico di tutte le cellule del corpo. Uno dei segni dell’anemia da carenza di ferro è la perdita di capelli e la calvizie femminile. Soffrono di anemia marziale le donne che hanno flussi mestruali particolarmente abbondanti.
- Ovaio poli cistico. E’ una sindrome ossia un insieme di sintomi e segni clinici caratterizzata da: assenza di mestruazioni, iperandrogenismo (eccesso di androgeni o ormoni maschili), cisti alle ovaie. Tra i vari altri segni che possono connotarlo l’ovaio policistico, a causa dell’eccesso di DHT può presentare anche perdita di capelli e calvizie.
- Alopecia areata. Malattia del cuoio capelluto a presumibile base autoimmune. Infatti il sistema immunitario per un errore attaccherebbe e danneggerebbe in maniera transitoria e locale (solo in precise aree) i follicoli piliferi. Il trigger che innesca la reazione autoimmune è sconosciuto, si sospetta che possa essere lo stress psico fisico.
Approfondisci cause e sintomi dell'alopecia areata che comporta la perdita dei capelli in zone circoscritte.
- Alopecia da trazione. E’ causata da traumi che compromettono i follicoli piliferi dello scalpo femminile conseguenti a estensioni, trecce/code di cavallo troppo serrate, eccessivi trattamenti (shampoo, tinture, etc.).
- Infezioni del cuoio capelluto. Le più comuni sono ad opera di miceti o funghi come i trichophyton, gli epidermophyton ed i microsporum che provocano la famigerata Tinea capitis che annovera tra i suoi sintomi la caduta dei capelli e la calvizie.
- Sifilide. Malattia che si trasmette sessualmente causata dall’infezione del batterio Treponema pallidum. Tra i suoi segni della fase secondaria può essere presente la caduta dei capelli.
Fattori di rischio: familiarità e carenze alimentari.
Gli elementi elencati di seguito costituiscono nelle donne dei fattori di rischio per la perdita dei capelli e conseguente calvizie:
- Storia familiare. Le donne che hanno entrambi i genitori con problemi di caduta di capelli sono a maggior rischio di perdere a loro volta i capelli.
- Trattamenti impropri e/o eccessivi. Eccessivo uso di prodotti cosmetici per capelli (shampoo, tinture, etc.) o l’uso di prodotti non adeguati così come trattamenti particolarmente stressanti come piastre continue o estensioni aumentano il rischio di calvizie.
- Alimentazione inadeguata o scarsa. La mal nutrizione e le carenze alimentari come quelle vitaminiche o di ferro possono aumentare il rischio di calvizie.
Come si procede alla diagnosi?
Lo specialista che è il dermatologo per formulare la diagnosi si avvale di :
- Storia clinica del paziente. Serve ad individuare eventuali malattie od eventi traumatici che possono essere all’origine del problema.
- Storia familiare. Serve ad individuare la presenza di eventuali fattori ereditari.
- Esame obiettivo. Serve a stabilire la tipologia della calvizie e la concomitanza di patologie diagnosticabili con la semplice constatazione del quadro clinico (insieme di sintomi e segni).
- Pull test dei capelli. Consiste nel sottoporre ad una prova di strappo una ciocca di circa 100 capelli. Alla trazione non deve seguire una caduta eccessiva solo 3/4 capelli.
Nella maggioranza dei casi tutto ciò non basta e si renderanno necessarie le seguenti indagini cliniche aggiuntive:
- Analisi cliniche ematiche per la diagnosi di eventuali anemie. E quindi : emocromocitometrico completo per evidenziare livelli di emoglobina ed il numero di globuli rossi, dosaggio del ferro e della ferritina.
- Analisi cliniche ematiche per la funzionalità della tiroide. E quindi dosaggio degli ormoni T3, T4 e TSH.
- Analisi cliniche del sangue per delineare il quadro ormonale completo. E quindi dosaggio del testosterone, DHT, prolattina, ormone follicolare ed ormone luteinizzante.
- Test per la sifilide.
- Biopsia del cuoio capelluto. Consiste nell’osservazione al microscopio dei follicoli piliferi di una areola dello scalpo prelevata con apposito strumento dal capo della paziente.
I rimedi farmacologici, chirurgici e naturali per contrastare la calvizie.
Poichè, come si è visto, le cause della calvizie femminili sono molteplici ed eterogenee tra loro il primo passo per un corretto trattamento è una precisa diagnosi ovvero individuare con certezza ciò che provoca la caduta dei capelli e quindi procede stabilendo la terapia. Così nel caso di alopecia androgenetica in cui non sussiste una patologia sottostante la cura che viene prescritta è:
- Farmaci anti androgeni. Ossia principi attivi che riducono la produzione da parte delle ovaie di ormoni androgeni. Per lo più si somministrano pillole anticoncezionali che non contengono progestinici.
- Inibitori dell’enzima 5 alfa reduttasi di tipo II. Generalmente in associazione con farmaci anticoncezionali.
Se la causa è una preesistente malattia occorre curarla e se possibile guarirla altrimenti mantenerla sotto controllo.
L’unico farmaco a cui venga riconosciuta una reale efficacia per stimolare la ricrescita dei capelli è il Minoxidil. Questo veniva utilizzato in compresse per la terapia dell’ipertensione e provocava come effetto collaterale ipertricosi ossia eccessiva crescita di peli e per tale motivo si è iniziato ad utilizzarlo in soluzione acquosa al 2% da applicare sul capo per stimolare la ricrescita dei capelli perduti.
Tecniche chirurgiche:
- Trapianto di capelli. Consiste nel prelevare piccole areole di cuoi capelluto nella zona ricca di capelli e trapiantarle nelle aree glabre.
- Riduzione delle aree glabre. Consiste nel rimuovere chirurgicamente le aree glabre e quindi prive di follicoli piliferi e successivamente nel ricoprirle con normale cuoio capelluto di aree adiacenti.
La speranza di una terapia futura prossima a venire è quella che utilizza le cellule staminali che, prelevate da un piccolissimo pezzo di cuoio capelluto, potrebbero essere fatte moltiplicare in vitro nella quantità necessaria e poi impiantate. La tecnica attualmente è in fase di sperimentazione su volontari.
Rimedi naturali.
Sono disponibili molti prodotti naturali o pseudo tali che promettono risultati miracolosi ma per nessuno di essi esistono evidenze scientifiche di una reale validità.
Uno stile di vita corretto che contempli una bilanciata alimentazione che non produca carenze può aiutare. Come pure può aiutare una corretta igiene del cuoio capelluto senza utilizzo di trattamenti cosmetici stressanti ed inadeguati.