Influenza
L'influenza è un'infezione virale causata da tre grosse categorie di virus: di tipo A, B e C. Questi virus sono pericolosi? Vediamo come curare l'infezione e soprattutto come prevenirla con le normali norme di profilassi e con la vaccinazione.
Descrizione e caratteristiche dell’influenza.
Il suo nome deriva dall’antica concezione astrologica delle malattie. Secondo tale credenza alcune di esse e soprattutto quelle responsabili di nefaste epidemie erano dovute ad “oscure influenze astrali”.
Scientificamente l’influenza è un’infezione virale. E con maggior precisione è l’infezione di un virus a RNA del ceppo degli Orthomyxoviridae.
Chiariamo che gli RNA virus sono quelli che utilizzano come materiale genetico per trasmettere i loro caratteri l’RNA anziché il DNA. La differenza tra RNA e DNA, a parte qualche molecola o zucchero della catena, è che il primo ha una struttura più semplice perché è formato da una sola elica anziché una doppia intrecciata come il secondo.
Il virus dell’influenza non infetta la sola specie umana ma anche animali come: uccelli, maiali, cavalli, foche, etc.
Categorie di virus influenzali.
Sono noti tre grosse categorie di virus influenzali:
Virus influenzale A.
E’ il più virulento ed è quello che ha provocato le peggiori epidemie. Infetta sia gli uomini che uccelli e suini. Ne esistono numerosissimi sottotipi. La causa di ciò è che sulla sua superficie sono presente due glicoproteine (catena proteica che reca legato uno zucchero): la Emogglutinina (H) e la Neuraminidasi (N). E poiché esistono 16 varianti della prima e 9 della seconda, ne consegue la grande vastità. Tutti questi sottotipi di virus influenzale A sono stati isolati negli uccelli mentre solo qualcuno di essi è stato trovato nell’uomo o in altre specie animali. Da ciò si è dedotto che i potatori iniziali dell’infezione di virus A erano gli uccelli. E da questi il virus è successivamente passato con una mutazione alla specie umana.
Virus influenzale B.
Interessa quasi esclusivamente gli uomini è meno virulento del precedente ed ha, perciò, causato un minor numero di epidemie.
Virus influenzale C.
Interessa sia la specie umana che i suini. E’ il meno comune dei tre ed è quello che procura meno danni.
Il virus influenzale è pericoloso?
La pericolosità dei virus influenzali è data dalla loro proprietà di dare, con facilità, origine a nuovi virus: per mutazione o per riassortimento. Dove la mutazione è un modesto cambiamento delle glicoproteine che ricoprono la superficie del virus e che costituiscono gli antigeni ossia le molecole che interferiscono col nostro sistema immunitario. Il riassortimento invece è l’acquisizione di glicoproteine e quindi antigeni completamente nuovi.
Si comprende che la mutazione poiché da origine a modesti cambiamenti fa si che il virus sia comunque (parzialmente) riconosciuto dal sistema immunitario e quindi in qualche maniera da questo contrastato. Ovviamente nell’ambito delle mutazioni a seconda della loro entità si determinano ceppi virali più o meno virulenti.
Il riassortimento genera, invece, antigeni del tutto nuovi e come tali sconosciuti al sistema immunitario che è perciò impossibilitato a reagire. I virus riassorbiti sono quindi estremamente pericolosi e sono quelli che provocano le peggiori epidemie.
Si è abituati a considerare l’influenza una patologia banale in realtà tutto ciò non è vero. A riprova di quanto asserito un unico esempio: l’epidemia di spagnola (provocata da virus A), che interessò l’intera popolazione mondiale tra il 1918 e 1919, si stima (non esistono statistiche precise perché in talune nazioni i morti non venivano contati) abbia ucciso tra i 50 ed i 100 milioni di individui. Nella sola Italia l’epidemia procurò tanti decessi quanto quelli della prima guerra mondiale: circa 650.000.
Ovviamente si era in epoca precedente a quella degli antibiotici; tutto ciò, fortunatamente, oggi è impensabile. Ma comunque ogni anno in tutto il mondo nei due picchi influenzali, che coincidono con l’inverno dei due emisferi, si contano circa 500.000 morti appartenenti in maggioranza alle categorie più deboli: ammalati cronici, anziani, bambini.
I sintomi dell'influenza.
I sintomi della malattia influenzale sono cosi raggruppabili:
- Febbre. Con temperature anche elevate per i primi giorni.
- Dolori diffusi e malessere generale.
- Stanchezza e debolezza. Sintomo che perdura per qualche settimana anche a guarigione avvenuta.
- Problemi respiratori. Starnuti, mal di gola, tosse, vie respiratorie ostruite. Sintomi non sempre presenti.
- Mancanza di appetito.
- Fastidio per le luci intense.
Spesso l’infezione virale prepara il terreno a infezioni batteriche opportuniste. E perciò essa aumenta esponenzialmente la probabilità di contrarre polmoniti e/o bronchiti che possono divenire fatalmente letali in soggetti deboli o affetti da altre malattie croniche.
La causa della malattia influenzale.
La causa della malattia è l'infezione del virus.
Diagnosi dell'influenza.
Una diagnosi precisa dell'influenza può effettuarsi solo isolando il virus in colture di cellule prelevate dal paziente con tampone nasofaringeo. In alternativa può effettuarsi una ricerca degli anticorpi specifici al virus su un campione sanguigno. L’esame dei segni e sintomi da solo non basta alla diagnosi in quanto questi sono comuni a molte malattie come: raffreddore, tonsillite, etc.
Terapia per combattere l'influenza.
Essenziale per la cura dell'influenza è il riposo a letto, il consumo di molte bevande (meglio se calde), l’eliminazione di fumo ed alcool. Si usa il paracetamolo (nome commerciale Tachipirina) per abbassare la febbre e per la remissione della sindrome dolorosa. E’ sconsigliata vivamente la somministrazione di acido acetilsalicilico (Aspirina) nei bambini e ragazzi perché potrebbe scatenare la rara Sindrome di Reye che spesso ha un decorso fatale.
Si potrebbero usare per debellare la malattia gli antivirali. Farmaci di cui esistono varie categorie ma le proprietà mutagene dei virus influenzali spesso li rendono inefficaci.
Gli antibiotici non hanno effetto sulla malattia in quanto agiscono sui batteri e non sui virus. Non vanno assunti senza il parere del medico perché non solo non curano l’influenza ma il loro uso indiscriminato seleziona ceppi batterici resistenti alla loro azione producendo un danno consistente.
Essi vengono usati (su prescrizione medica) solo per scongiurare infezioni batteriche opportuniste come polmoniti che sono pericolose per fisici debilitati.
Come prevenire l'influenza.
La prevenzione, a parte le normali norme di profilassi (lavarsi le mani, coprirsi il naso quando si starnutisce e disinfettare le superfici contaminate), si basa sulla vaccinazione.
Il vaccino si prepara allevando il virus in uova di galline. Successivamente questo viene inattivato e da quanto rimane si produce il vaccino. Il problema è che la vaccinazione ha un’efficacia ridotta per le veloci mutazioni del virus. Per tale motivo e per l’elevato costo si preferisce vaccinare solo i soggetti a rischio elevato: anziani; individui con malattie croniche come: cardiopatici, diabetici, etc.; anziani; infetti da virus HIV.
Domande Frequenti.
D. Gli antivirali prevengono il contagio?
R. No, riducono il decorso della malattia ed evitano complicanze. Hanno però molti effetti collaterali e quindi devono avere prescrizione del medico.
D. La vaccinazione rientra nelle prestazioni gratuite del Servizio Sanitario Nazionale?
R. Non per tutti ma solo per le categorie a rischio.
D. Perché l’influenza ha un picco più che consistente con l’inizio della stagione invernale per poi regredire?
R. Le cause di ciò non sono ben note. Si è ipotizzato che il virus con le basse temperature riesca a vivere più a lungo fuori dal corpo umano ed aumenti, quindi, la probabilità di contagio.