Coronarografia: come si esegue, i rischi e la degenza post esame
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Approfondimento sulla coronarografia. Esaminiamo quando e come si esegue, i rischi che può comportare e se è necessaria una degenza post esame per fronteggiare eventuali complicanze.
Che cosa è la coronarografia?
La coronarografia è una procedura diagnostica utilizzata in medicina per valutare lo stato delle arterie coronarie, i vasi sanguigni che forniscono sangue al cuore. Consiste nell'inserire un catetere attraverso un'arteria, di solito nell'inguine o nel braccio, e iniettare un mezzo di contrasto per visualizzare le arterie coronarie tramite raggi X o altre tecniche di imaging. Questa tecnica permette agli operatori sanitari di individuare eventuali ostruzioni, restringimenti o altre anomalie nelle arterie coronarie, aiutando così nella diagnosi e nella pianificazione del trattamento di condizioni cardiache come l'angina pectoris o l'infarto miocardico.
Storia e sviluppo della tecnica
La coronarografia è stata sviluppata negli anni '50 da un team di medici guidato dal dottor Mason Sones presso la Cleveland Clinic negli Stati Uniti. Durante un esperimento di angiografia cardiaca utilizzando il mezzo di contrasto iodato, il dottor Sones accidentalmente iniettò il liquido direttamente nelle arterie coronarie di un paziente anziché nelle camere del cuore. Questo evento ha portato alla scoperta della coronarografia come procedura diagnostica per valutare le arterie coronarie. Nel corso degli anni, la tecnica è stata perfezionata e resa più sicura grazie a miglioramenti nella tecnologia dei cateteri, dei mezzi di contrasto e delle tecniche di imaging.
Importanza della Coronarografia nella medicina moderna
La coronarografia riveste un ruolo fondamentale nella medicina moderna, poiché fornisce informazioni cruciali sulla salute del cuore e sulle condizioni delle arterie coronarie. È ampiamente utilizzata per diagnosticare malattie cardiache, valutare il rischio di eventi cardiovascolari e pianificare interventi terapeutici come l'angioplastica coronarica o il bypass aorto-coronarico. Grazie alla sua capacità di visualizzare in modo dettagliato le arterie coronarie, la coronarografia consente ai medici di individuare precocemente le patologie cardiache e di adottare strategie di trattamento mirate, contribuendo così a migliorare la prognosi e la qualità della vita dei pazienti affetti da malattie cardiovascolari.
Come si esegue quest’esame diagnostico?
La coronarografia così come il cateterismo cardiaco è una indagine mini invasiva. Si avvale, infatti, di un sottile catetere che viene fatto scorrere in un vaso sanguigno fino al suo posizionamento nella regione delle coronarie. Attraverso di esso si fa poi defluire in queste ultime un mezzo di contrasto radiopaco ed in fluoroscopia si ottengono nitide immagini della loro conformazione e di come il sangue le attraversa. Ovviamente anche il percorso di posizionamento del catetere viene seguito sul fluoroscopio.
Il laboratorio di emodinamica è i luogo in cui viene effettuata la coronarografia e lo specialista che la conduce è il cardiologo emodinamista.
Il laboratorio di emodinamica è una stanza dotata di speciali attrezzature ed in cui si opera in condizioni di perfetta sterilità, come avviene in una normale sala operatoria, tutto ciò per evitare possibili infezioni al paziente.
Il fulcro delle attrezzature che ivi sono raggruppate è costituito dal fluoroscopio. Questo è un emettitore di raggi X munito di uno speciale schermo posizionato tra paziente e sorgente ionizzante. Detto schermo consente di visualizzare in tempo reale le immagini radiografiche che vengono scattate. Immagini che sullo schermo vengono riprese da una telecamera e dopo elaborazioni digitale in una stazione grafica inviate ad un monitor dove possono essere visualizzate in sicurezza dall'operatore.
La procedura con cui si opera.
La procedura della coronarografia è generalmente eseguita in una sala operatoria o in un laboratorio di emodinamica. Dopo l'anestesia locale dell'area di inserzione del catetere, di solito nell'inguine o nel braccio, il medico introduce un catetere attraverso l'arteria e lo guida fino alle arterie coronarie utilizzando un'apparecchiatura di imaging fluoroscopico, che visualizza in tempo reale il percorso del catetere all'interno del corpo. Una volta posizionato il catetere nelle arterie coronarie, viene iniettato un mezzo di contrasto iodato per rendere visibili le arterie stesse mediante raggi X o altre tecniche di imaging. Durante l'iniezione del mezzo di contrasto, il medico monitora attentamente lo schermo per individuare eventuali ostruzioni o anomalie nelle arterie coronarie. L'intera procedura può richiedere da 30 minuti a un'ora, a seconda della complessità del caso e delle condizioni del paziente.
Ruolo del paziente durante l'esame
Durante la coronarografia, al paziente viene chiesto di rimanere il più immobile possibile e di seguire le istruzioni del personale medico. È importante comunicare eventuali sensazioni o sintomi anomali al medico durante la procedura, come dolore al petto, palpitazioni o sensazione di mancamento. Il paziente può sentire una leggera sensazione di pressione o calore quando viene iniettato il mezzo di contrasto, ma questo è normale e di solito non causa disagio significativo. È fondamentale per il paziente collaborare attivamente con il team medico per garantire il successo dell'esame e minimizzare i rischi.
Tecniche e strumentazione utilizzate
La coronarografia richiede l'utilizzo di apparecchiature specializzate, compresi cateteri e cavi guida per navigare attraverso il sistema vascolare del paziente. La strumentazione include anche un'apparecchiatura di imaging fluoroscopico, che consente al medico di visualizzare in tempo reale il posizionamento del catetere e l'iniezione del mezzo di contrasto nelle arterie coronarie. I mezzi di contrasto utilizzati sono generalmente a base di iodio e vengono selezionati in base alle esigenze del paziente e alle preferenze del medico. L'uso di tecnologie avanzate e apparecchiature specializzate contribuisce a garantire la sicurezza e l'efficacia della procedura.
Degenza e precauzioni post-esame.
Dopo l’intervento di coronarografia, che mediamente ha una durata di mezzora/ una ora, il paziente viene trattenuto a riposo ed in osservazione ancora per qualche ora.
Trascorso tale tempo ed in assenza di espliciti segni di complicanze questi viene dimesso e potrà far ritornare a casa. Qui dovrà rimanere ancora a riposo per 24 ore.
La coronarografia è assolutamente indolore. L’unico fastidio che può riscontrarsi durante l’esecuzione è una sensazione di calore al momento in cui viene iniettato l’agente di contrasto. Durante l’intera procedura verrà costantemente monitorata con un tracciato elettrocardiografico la funzione cardiaca nonché la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca.
Analisi dei risultati dell'esame
Dopo aver eseguito la coronarografia, il medico analizza attentamente le immagini ottenute per valutare lo stato delle arterie coronarie del paziente. Si prestano particolare attenzione alla presenza di ostruzioni, restringimenti o altre anomalie nelle arterie, nonché alla distribuzione del flusso sanguigno attraverso il cuore. I risultati dell'esame vengono valutati in base a criteri standardizzati, che consentono al medico di determinare la gravità delle lesioni coronariche e il grado di compromissione della circolazione coronarica.
Le immagini ottenute durante la coronarografia forniscono una visione dettagliata dell'anatomia delle arterie coronarie e delle eventuali alterazioni patologiche. Il medico valuta la presenza e la gravità delle lesioni coronariche in base alla loro morfologia, al grado di ostruzione e alla distribuzione lungo le arterie. Le lesioni possono essere classificate come stenosi (restringimenti) o occlusioni (ostruzioni complete) e vengono valutate anche in base alla loro localizzazione e all'eventuale presenza di collaterali o bypass naturali. L'interpretazione accurata delle immagini è fondamentale per una diagnosi precisa e per la pianificazione del trattamento più appropriato per il paziente.
I risultati della coronarografia influenzano direttamente le decisioni terapeutiche per il paziente. In base alla gravità delle lesioni coronariche e alle condizioni cliniche del paziente, il medico può consigliare diverse opzioni di trattamento, tra cui l'angioplastica coronarica con o senza impianto di stent, il bypass aorto-coronarico o la terapia medica ottimizzata. La scelta del trattamento dipende da una valutazione approfondita dei rischi e dei benefici di ciascuna opzione, nonché dalla preferenza del paziente e dalla disponibilità delle risorse sanitarie. Un'interpretazione accurata dei risultati della coronarografia è quindi essenziale per garantire una gestione ottimale delle malattie coronariche e migliorare l'esito clinico dei pazienti.
Quali malattie possono essere diagnosticate con la coronarografia?
La coronarografia è generalmente prescritta ed effettuata per confermare la diagnosi ed indagare sullo stato del cuore e sua vascolarizzazione se si sospettano le seguenti patologie:
- Sindrome coronarica acuta o SCA o ancora ACS con acronimo della terminologia aglosassone Acute Coronary Sindrome. Raggruppa un insieme di quadri clinici (insieme di sintomi e segni) causati da una improvvisa e severa riduzione del flusso sanguigno che irrora il muscolo cardiaco (ischemia).
- Cardiopatia ischemica cronica o angina stabile o angina cronica o ancora angina da sforzo. E’ una sindrome, quindi un insieme di sintomi e segni, caratterizzati da attacchi transitori di ischemia acuta del miocardio che si ripetono nel tempo. Normalmente tali attacchi sono correlati a sforzi fisici e da qui il termine da sforzo. La loro causa è ovviamente strettamente dipendente dalla scarsa irrorazione sanguigna e conseguentemente dalla scarsa ossigenazione delle fibre muscolari del cuore.
- Arresto cardiaco improvviso abortito. E’ la condizione che consegue all'assenza o inefficacia della pompa cardiaca. Normalmente le cause, se sono cardiache, sono correlate ad un problema elettrico del cuore e quindi ad una alterazione del suo numero di battiti. Un esempio è fornito dalla fibrillazione ventricolare. Questa è una aritmia con frequenza elevatissima e contrazioni caotiche. In tal condizione il cuore non è più in grado di assicurare la necessaria gittata ematica ed in breve, se non si interviene rapidamente con manovre di defibrillazione, si passa alla morte biologica.
- Valvulopatia. Compromissione di una delle valvole cardiache. Ricordiamo che quelle delle cavità di sinistra sono la mitrale e la artica, quelle delle cavità di destra sono la tricuspide e la polmonare. Le valvole che più frequentemente risultano compromesse per stenosi o prolasso sono la mitrale e la tricuspide.
- Disfunzione del ventricolo sinistro sistolica e/o diastolica. E’ essenzialmente un cattivo funzionamento del ventricolo sinistro per cui questo non riesce più ad assicurare la giusta contrazione e/o rilasciamento e di conseguenza la corretta gittata ematica. Come detto l’anomalia può riguardare sia la funzione sistolica che quella diastolica della cavità.
Oltre che per confermare le diagnosi delle malattie sopra elencate la coronarografia viene anche praticata per valutare, in caso di infarto, la terapia più consona da perseguire.
In tali condizioni, infatti, se il trattamento farmacologico sortisce scarsi risultati l’alternativa è tra un intervento mini invasivo di angioplastica con impianto o meno di stent o un intervento tradizionale di rivascolarizzazione con impianto di by pass.
La coronarografia consente appunto di valutare con precisione lo stato delle ostruzione e di scegliere la soluzione migliore. E qualora venga deciso di effettuare una angioplastica questa viene praticata nella medesima seduta, guadagnando tempo con costi più bassi.
Che tipi di trattamento possono effettuarsi durante un esame coronarografico?
Come detto non sempre la coronarografia viene effettuata solo a scopo diagnostico, alcune volte durante la procedura si mettono in pratica degli interventi.
Il trattamento che più comunemente viene effettuato durante una coronarografia è:
L’Angioplastica coronarica o con l’acronimo anglosassone PTCA (percutaneous transluminal coronary angioplasty). Detto intervento consente di dilatare la sezione interna della coronaria ostruita da deposizione di placca aterosclerotica. Si procede nella seguente maniera. Sul catetere utilizzato per la coronarografia è posto un palloncino che viene posizionato nel sito della stenosi del vaso e qui gonfiato. L’aumento di pressione dilata il lume dell’arteria.
Il palloncino può anche rilasciare principi attivi che contribuiscono alla dissoluzione di eventuali trombi. Per rendere stabile l’opera di dilatazione del vaso spesso, dopo il gonfiaggio del palloncino, si posiziona all'interno della coronaria uno stent. Questo è una sorta di maglia cilindrica in acciaio inox che viene condotta col catetere sul luogo della stenosi.
Qui gonfiando il palloncino la si dilata e blocca in loco mantenendo stabile l’allargamento della sezione del vaso. Lo stent può essere medicato ossia intriso di un principio attivo che provoca la dissoluzione di eventuali trombi. Principio attivo che viene rilasciato con lentezza per un periodo di qualche mese.
Recentemente prima dell’inserimento dello stent, sempre servendosi del catetere, si effettua una aspirazione del la placca aterosclerotica calcificata che riveste la parete. Questa operazione migliora la rivascolarizzazione del cuore consentendo un ulteriore riduzione della stenosi. Tutte le operazioni descritte sono eseguite dal cardiologo emodinamista visualizzando continuamente il campo operatorio sul monitor del fluoroscopio.
Confronto con l'angiografia
L'angiografia e la coronarografia sono entrambe procedure diagnostiche utilizzate per valutare il sistema vascolare, ma si concentrano su aree diverse del corpo. Mentre la coronarografia si concentra sullo studio delle arterie coronarie che irrorano il cuore, l'angiografia è più ampia e può essere utilizzata per valutare altri distretti vascolari come le arterie periferiche, i vasi sanguigni cerebrali o l'aorta addominale. La coronarografia è specificamente mirata alla valutazione delle condizioni cardiache e alla diagnosi delle malattie coronariche, mentre l'angiografia può essere utilizzata per diagnosticare una vasta gamma di condizioni vascolari in diverse parti del corpo.
Vantaggi e svantaggi rispetto ad altri metodi di imaging
Rispetto ad altri metodi di imaging cardiaci come la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica nucleare (RMN), la coronarografia offre il vantaggio di fornire immagini dirette e dettagliate delle arterie coronarie in tempo reale, consentendo una valutazione accurata della morfologia delle lesioni coronariche e della distribuzione del flusso sanguigno. Tuttavia, la coronarografia è invasiva e comporta rischi di complicazioni, come emorragie, embolia o lesioni vascolari. Al contrario, la TC e la RMN cardiache sono tecniche non invasive che consentono una valutazione completa della morfologia e della funzione cardiaca senza l'uso di mezzi di contrasto o l'inserimento di cateteri, ma possono essere meno sensibili nella visualizzazione delle lesioni coronariche più piccole o nelle arterie coronarie di dimensioni più piccole.
Quando è preferibile la Coronarografia
La coronarografia è preferibile quando è necessaria una valutazione dettagliata delle arterie coronarie per la diagnosi di malattie coronariche come l'angina pectoris, l'infarto miocardico o la cardiopatia ischemica. È particolarmente indicata nei pazienti con sintomi di ischemia cardiaca o con elevato rischio di malattie coronariche, in cui è importante ottenere una valutazione precisa delle condizioni vascolari. Tuttavia, la decisione di eseguire una coronarografia deve essere ponderata rispetto ai potenziali rischi e benefici della procedura, e può richiedere una valutazione multidisciplinare da parte di un team di specialisti cardiaci.
Rischi: è un esame pericoloso? Quali sono le eventuali complicanze correlate a quest’indagine?
Come già accennato la coronarografia appartiene alla famiglia dei cateterismi cardiaci e come tale utilizza sonde che vengono introdotte nei vasi sanguigni e nel cuore medesimo. Per tale motivo non è scevra di rischi. Rischi che come è facilmente immaginabile sono conseguenze di possibili lesioni che possono procurarsi nell'avanzamento del catetere.
Di seguito un elenco dei rischi più comuni.
- Infarto del miocardio. Il progredire del catetere può determinare il distacco di un trombo dalla parete vascolare. L’embolo che così viene a formarsi progredisce col torrente ematico e può ostruire una coronaria provocando un infarto. L’incidenza di un simile evento con il livello di specializzazione odierno e l’evoluzione delle tecnologie è inferiore ad un caso ogni 1000 pazienti trattati.
- Ictus cerebrale. L’embolo liberatosi per sfregamento potrebbe ostruire un vaso che irrora il cervello (arteria cerebrale e provocare in questo caso un ictus cerebrale ischemico. Anche l’incidenza di un simile evento è inferiore ad 1 caso ogni 1000 pazienti trattati.
- Gravi aritmie. La stimolazione prodotta dall'avanzamento del catetere nella regione cardiaca può indurre gravi aritmie con importanti variazioni del ritmo cardiaco. L’incidenza di questa evenienza è valutata come 4 eventi per ogni 1000 pazienti trattati.
- Dissezione e/o perforazione dell’arteria coronarica. E' causata dall'avanzamento dl catetere e richiede un intervento chirurgico di urgenza per rimediare al danno. L’incidenza di una tale evenienza è di 1 su 1000 trattamenti.
- Malattia ateroembolica. Il cateterismo talvolta provoca distacco di placca con diffusione di cristalli di colesterolo nel torrente ematico. Gli emboli che così vengono a circolare possono procurare infarti intestinali, renali o cerebrali a seconda dei vasi che vengono ad ostruire. Nel caso che sia interessato il rene può instaurarsi insufficienza renale temporanea o permanente con necessità di dialisi.
- Reazioni allergiche al mezzo di contrasto. Il mezzo radioopaco che è un composto iodato provoca reazioni allergiche anche se di norma è ben tollerato. Dette reazioni allergiche possono avere vari gradi di severità e vanno da nausea e capogiri fino allo shock anafilattico. Le reazioni allergiche di poco conto hanno incidenza di 1 caso ogni 100 pazienti trattati e non necessitano di alcuna terapia aggiuntiva. Le reazioni allergiche gravi hanno invece incidenza di 1 evento ogni 6000 pazienti trattati e richiedono terapia immediata. Anche nei casi più severi le possibilità che le reazioni allergiche abbiano un esito infausto sono bassissime. L’incidenza di morte per reazione al mezzo di contrasto è di 1 caso ogni 100.000 pazienti trattati.
- Effetto nefrotossico del mezzo di contrasto. Il composto iodato usato come mezzo radioopaco in coronarografia in rare occasioni ha un effetto tossico sui reni. L’evento è raro e si presenta solitamente in pazienti anziani con funzione renale già compromessa.
- Reazioni vagali. La stimolazione e la compressione dell’arteria durante il cateterismo induce stimolazione del nervo vago e indurre nausea, abbassamento della pressione arteriosa e bradicardia.
- Ematomi e sanguinamenti nella regione di introduzione del catetere. Detti inconvenienti si risolvono di solito in maniera rapida e solo molto di rado richiedono un trattamento chirurgico.
- Effetti dell’esposizione ai raggi X. La procedura dell’intervento necessita l’esposizione del paziente per periodi non brevi a radiazioni ionizzanti. Queste producono variazioni del DNA e generare tumori. Ma comunque le procedure attuali di fluoroscopia sono tali da necessitare intensità di raggi X bassissime molto inferiori alla dose ritenuta ammissibile dalle direttive europee.
- Danni cutanei per esposizione ad i raggi X. Sebbene i raggi X hanno intensità molto contenuta possono con una incidenza di 1 caso ogni 10000 procurare lesioni cutanee simili alle scottature.
Nonostante le numerose complicanze elencate la coronarografia è un intervento sicuro che ormai è di routine nei centri specializzati. Inoltre i vantaggi diagnostici ed interventistici ad essa correlati superano con estrema abbondanza i rischi.
Va comunque menzionato in maniera chiara che le complicanze di infarto ed ictus possono condurre il paziente alla morte. Naturalmente l’evenienza di un tale evento ha una probabilità estremamente bassa inferiore ad 1/1000. Poiché la probabilità di decesso e di complicanze anche se numericamente molto contenuta esiste e pertanto viene richiesto al paziente, prima di effettuare l’esame, la firma di un modulo di consenso informato in cui sono elencati tali rischi con le percentuali della loro incidenza.
Casi in cui la coronarografia è controindicata.
Quelli che seguono costituiscono casi di particolare attenzione che vanno opportunamente segnalati in precedenza al personale medico responsabile dell’indagine.
- Intolleranza conclamata allo iodio. Se si è sofferto di reazioni allergiche a composti iodati bisogna segnalarlo al cardiologo. In tali situazioni infatti per poter eseguire la coronarografia, che usa un composto iodato come mezzo di contrasto, occorre una terapia preparatoria nei giorni che precedono l’indagine con corticosteroidi ed antistaminici.
- Gravidanza. Se si è in stato interessante o sussiste la possibilità occorre informare il cardiologo. La esposizione ad i raggi X potrebbe compromettere la salute del feto.
- Insufficienza renale. Il mezzo di contrasto può essere particolarmente tossico per la salute del rene già compromesso. Bisogna avvertire il cardiologo che predisporrà gli accorgimenti adatti alla condizione del paziente e nel caso occorresse richiedere la consulenza di un nefrologo.
Costo della coronarografia.
I costi della coronarografia variano notevolmente in base alla regione geografica, alla struttura sanitaria e al tipo di strumentazione utilizzata. Nei paesi ad alto reddito o nelle grandi città, i costi sono più elevati rispetto alle aree rurali o ai paesi in via di sviluppo. In generale, i costi della procedura includono le tariffe mediche per il personale sanitario coinvolto, l'uso delle attrezzature e dei materiali, nonché il costo del mezzo di contrasto e degli altri farmaci utilizzati durante l'esame.
Copertura assicurativa e finanziamento
La copertura assicurativa per la coronarografia varia a seconda del tipo di piano assicurativo e delle politiche di rimborso delle compagnie di assicurazione sanitaria. In molti paesi, la coronarografia è considerata una procedura medica necessaria per la diagnosi e il trattamento delle malattie cardiache, e di conseguenza può essere parzialmente o completamente coperta dall'assicurazione sanitaria. Tuttavia, alcuni piani assicurativi richiedono il pagamento di un co-pay o una franchigia da parte del paziente. È importante verificare preventivamente la copertura assicurativa e le eventuali spese extra prima di sottoporsi alla procedura.
Accessibilità dell'esame in ambito pubblico e privato
La coronarografia è generalmente disponibile sia nel settore pubblico che in quello privato, ma l'accessibilità varia a seconda delle risorse disponibili e delle politiche sanitarie locali. Nei paesi con sistemi sanitari pubblici universali, l'accesso alla coronarografia è limitato dalle liste di attesa o dalle risorse limitate, e i pazienti devono soddisfare determinati criteri di priorità per accedere alla procedura. Nel settore privato, l'accesso alla coronarografia è più rapido, ma i costi possono essere più elevati e dipendere dalla capacità di pagamento del paziente.
Domande frequenti
Ecco alcune domande frequenti sulla coronarografia:
- Che cos'è una coronarografia e quando è necessaria? Una coronarografia è una procedura diagnostica utilizzata per valutare lo stato delle arterie coronarie che irrorano il cuore. È necessaria quando c'è sospetto di malattia coronarica, come l'angina pectoris o l'infarto miocardico.
- Quali sono i rischi e le complicazioni associate alla coronarografia? I rischi e le complicazioni della coronarografia possono includere emorragie, reazioni allergiche al mezzo di contrasto, lesioni ai vasi sanguigni e eventi cardiaci avversi come aritmie.
- Come ci si prepara per una coronarografia? Per prepararsi a una coronarografia, il paziente potrebbe dover interrompere l'assunzione di alcuni farmaci, digiunare per alcune ore prima dell'esame e discutere eventuali allergie o condizioni di salute con il medico.
- Quanto dura una coronarografia? Una coronarografia di solito dura da 30 minuti a un'ora, a seconda della complessità del caso e delle condizioni del paziente.
- Fa male una coronarografia? Durante una coronarografia, al paziente viene somministrata un'anestesia locale per ridurre il disagio, ma potrebbe avvertire una lieve sensazione di pressione o calore quando viene iniettato il mezzo di contrasto.
- Quali sono i possibili risultati di una coronarografia? I risultati di una coronarografia possono mostrare la presenza di ostruzioni, restringimenti o altre anomalie nelle arterie coronarie.
- Cosa succede dopo una coronarografia? Dopo una coronarografia, il paziente viene monitorato da personale sanitario per valutare eventuali complicazioni e può essere informato sui risultati dell'esame.
- Quanto costa una coronarografia e viene coperta dall'assicurazione sanitaria? I costi di una coronarografia variano e dipendono dalla regione geografica, dal tipo di struttura sanitaria e dalla copertura assicurativa del paziente.
- Cosa fare se si ha una reazione allergica al mezzo di contrasto durante una coronarografia? In caso di reazione allergica al mezzo di contrasto durante una coronarografia, il personale sanitario è addestrato per intervenire tempestivamente con farmaci antiallergici o altre misure di supporto.
- Quali sono le alternative alla coronarografia per la valutazione delle arterie coronarie? Le alternative alla coronarografia includono la tomografia computerizzata cardiaca (TCC) e la risonanza magnetica nucleare cardiaca (RMN), ma queste tecniche possono non essere appropriate per tutti i pazienti o tutte le situazioni.