Ictus ischemico
L'ictus ischemico è la più comune tipologia di ictus cerebrale che costituisce circa il 75% del totale dei casi di tali drammatici eventi. Quali sono le cause? Come varia la sintomatologia in funzione dell'area del cervello colpita? Scopriamolo!
Descrizione e caratteristiche dell’ictus ischemico.
L’ictus ischemico è un’improvvisa compromissione parziale o totale (ed in tal caso si ha il coma) delle funzioni cerebrali per un tempo che o supera le 24 ore o se si conclude prima conduce alla morte del paziente. Detto deficit è dovuto ad una interruzione dell’irrorazione sanguigna per l’ostruzione di un’arteria di una regione dell’encefalo. La conseguenza di questo mancato afflusso di sangue è l’immediata cessazione di rifornimento alle cellule neurali di ossigeno e di glucosio con conseguente arresto dei loro processi metabolici e dopo pochi minuti la morte. L’area limitrofa al cuore della lesione è denominata penombra ischemica ed è caratterizzata da cellule con funzionalità compromessa ma ciò nonostante ancora vitali perché irrorate da circoli sanguigni collaterali che si sono venuti a formare. Purtroppo questa regione risulta ad elevato rischio perché l’ischemia si porta dietro una serie di gravi conseguenze dovute agli effetti collaterali delle reazioni biochimiche citotossiche che scatena.
Cause dell’ictus cerebrale ischemico.
Come già chiarito l’ictus ischemico è causato da una ostruzione di una arteria cerebrale che provoca una interruzione totale o comunque consistente della fisiologica irrorazione sanguigna.
Le cause di tale ostruzione possono essere dovute a:
1) Un trombo. I trombi sono successivi ad una patologia aterosclerotica. Ossia al deposito sulle pareti delle arterie di lipoproteine (colesterolo) trasportate dal sangue. Il deposito di tali placche rende rugoso il lume dei vasi sanguigni di norma liscio. Se in qualche punto dell’arteria cerebrale la placca si lesiona si ha un’infiltrazione nell’area di leucociti e piastrine che determinano dei coaguli attaccati alla parete. Detti coaguli, denominati trombi, possono ostruire in maniera consistente il volume della vena e determinare l’ischemia.
2) Un embolo. L’embolo è una massa di materiale non omogeneo al torrente sanguigno e da esso trasportato. Può essere costituito da:
- un trombo formatosi in una regione anatomica diversa dal cervello e poi staccatosi e trasportato alle arterie cerebrali dal circolo sanguigno. Le regioni dove di norma i trombi che determinano l’embolia si originano sono: gli arti inferiori a causa di una malattia nota come tromboflebite venosa profonda, il cuore a causa di gravi aritmie come la fibrillazione atriale o infarto del miocardio, carotide per deposizione di placche aterosclerotiche.
- Una bolla di gas non disciolta nel sangue. Detta bolla può essere causata da improvvisa apertura per un trauma dei grandi vasi del collo, introduzione mediante una siringa per via endovena, per problemi di decompressione durante sport subacquei.
Sintomi dell’ictus ischemico cerebrale.
I sintomi dell’ictus pur variando in funzione dell’area del cervello interessata sono comunque abbastanza tipici e consentono di diagnosticare in maniera semplice e sicura la patologia basandosi sulla sola osservazione del quadro clinico. Notiamo in maniera esplicita che poiché le funzioni a cui sovrintende il cervello sono “lateralizzate” se l’ictus interessa la regione sinistra del cervello sono compromesse funzioni che interessano la parte destra del corpo. Se invece colpisce la parte destra sono compromesse quelle di sinistra.
I sintomi più comuni dell'ictus ischemico sono:
- Confusione e mancanza di coscienza fino al coma.
- Vertigini e gravi problemi di equilibrio.
- Nistagmo optocinetico. Movimento ondulatorio e rotatorio ritmico ed incontrollato degli occhi.
- Perdita di forza, sensibilità e controllo di regioni del corpo collegate alla area cerebrale interessata.
- Afasia. Alterazione del linguaggio per compromissione delle zone del cervello deputate alla sua elaborazione.
- Disartria. Difficoltà nell'articolazione delle parole.
- Diplopia. Visione doppia.
- Atassia/Aprassia. Incapacità di coordinare i movimenti.
- Emianopsia. Perdita della metà del campo visivo.
Diagnosi dell’ictus cerebrale ischemico.
Mentre è relativamente semplice dall’analisi dei sintomi e segni diagnosticare l’ictus, complessa è invece la diagnosi della sua natura: ischemica o emorragica, per effettuare la quale è necessario l’ausilio di uno strumento di indagine strumentale che è la Tomografia assiale computerizzata o TAC.
La TAC è una particolare indagine radiografica che servendosi di un apposito software elabora i rilievi effettuati con i raggi X fornendo delle sezioni assiali dell’encefalo e quindi evidenzia il travaso di sangue nei tessuti cerebrali in caso di ictus emorragico.
Nel caso di ictus ischemico si introduce nelle arterie cerebrali, tramite un catetere che viene introdotto nel corpo dall’inguine, un mezzo di contrasto che permette di individuare con precisione la regione dell’ostruzione ed i tessuti limitrofi nonché gli eventuali circuiti collaterali di rivascolarizzazione che si formano.
A queste indispensabili indagini si affiancano numerose altre che sono comunque necessarie per monitorare le funzioni vitali del paziente come: analisi del sangue, elettrocardiogramma, ecodoppler della carotide, etc.
Trattamento dell’ictus ischemico cerebrale.
Il trattamento dell’ictus ischemico cerebrale richiede il ricovero in un ospedale dotato di una struttura di rianimazione. Meglio ancora sarebbe il ricovero in una struttura dotata di Stroke Unit. Le Stroke Unit sono centri appositamente realizzati per la terapia dell’ictus cerebrale quindi dotati di una sofisticata attrezzatura dedicata e gestita da un team multidisciplinare di specialisti per il trattamento dello stroke (termine anglosassone con cui si indica l’ictus la cui traduzione letterale è colpo). Il primo passo per la terapia è l’esclusione mediante TAC che l’ictus abbia una natura emorragica (in tal caso la terapia è totalmente differente). Se il ricovero del paziente nella Stroke Unit avviene in tempi relativamente rapidi, nel giro dell’ora, subito dopo la TAC che accerti la natura ischemica e la terapia di stabilizzazione delle funzioni vitali, se le condizioni del paziente lo consentono, si procede con la terapia Trombolitica.
Questa terapia prevede la somministrazione dell’attivatore tissutale del Plasminogeno che induce formazione di plasmina che è una enzima (cioè un catalizzatore di reazioni biochimiche) che determina la distruzione di composti ematici come la fibrina che è responsabile della coagulazione de sangue, nonché la lisi (la dissoluzione) dei trombi che determinano l’ictus. Ovviamente l’utilizzo di questa terapia va attentamente valutato.I rischi di una eventuale emorragia sono elevati ed i benefici, in termini di salvaguardia dalla morte di cellule neurali, sono tangibili solo se si interviene in tempi estremamente rapidi, meno di 3 ore dall’insorgere dello stroke. In caso contrario si procede con somministrazioni di anti aggreganti piastrinici come l’acido acetil salicilico che fluidifica il sangue e impedisce recidive dell’ictus. Si può poi procedere ad un intervento di angioplastica con l’introduzione nell’arteria ostruita di un catetere che reca in cima un palloncino che, gonfiato, una volta raggiunta l'ostruzione determina una dilatazione del volume del vaso liberando il passaggio al sangue.
Epidemiologia dell’ictus ischemico cerebrale.
L’ictus ischemico è successivo solo ai problemi cardiovascolari ed al cancro come causa di mortalità. Colpisce ogni anni circa 150 individui ogni 100.000.